mercoledì 25 aprile 2018

COMPARSE NELLA LETTERATURA

Nell'antichità sono presenti innumerevoli miti che presentano riferimenti all'azione di filare o tessere.
Alle origini c’è il mito di Arianna che, con il filo del suo gomitolo, permette a Teseo di uscire dal
labirinto. Poi troviamo Penelope, con l’inesausto tessere e disfare la sua tela, nel tentativo di 
padroneggiare il proprio destino e di restare fedele al marito Ulisse. E ancora c’è Aracne, la fanciulla 
originaria della Lidia, che eccelleva tanto nell’arte della tessitura da destare la collera di Athena, che la 
trasformò in ragno. In questa pratica lenta, metodica e rigorosa, le infinite possibilità creative offerte 
dalla tessitura s’identificano con i vari percorsi della vita degli esseri umani, in grado di sfidare
la sorte e decidere dei propri destini individuali. Nella mitologia greca il filo del destino a cui gli esseri
umani sono legati è dominato dalle Parche, creature potentissime, figlie di Zeus e Temi.

Nel '900 la macchina da cucire fa la sua comparsa in "ITALY" di Giovanni Pascoli e nella novella "E due" di Pirandello.


[...]
O ferraietto, corto e maledetto!
Ghita diceva: "Mamma, a che filate?
Nessuna fila in Mèrica.
Son usi d’una volta, del tempo delle fate.
Oh yes! Filare! Assai mi ci confusi    

da bimba. Or c’è la macchina che scocca
d’un frullo solo centomila fusi.
Oh yes! Ben altro che la vostra ròcca!
E fila unito. E duole poi la vita
e ci si sente prosciugar la bocca!"
[...]



“Quella tetra saletta d’ingresso che aveva il soffitto basso basso, di tela fuligginosa, qua e là strappata e con lo strabello pendente, in cui le mosche s’eran raccolte e dormivano a grappoli... Vecchi arredi decaduti, mescolati con rozzi mobili e oggetti nuovi di sartoria, stipavano quella saletta: una macchina da cucire, due impettiti manichini di vimini, una tavola liscia e massiccia per tagliarvi le stoffe, con un grosso pajo di forbici, il gesso, il metro e alcuni smorfiosi giornali di moda”





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